Lo scorso anno accademico ho avuto il piacere di accompagnare quale correlatore l’ingegnere Francesca Berardi alla laurea in Ingegneria Gestionale, ma soprattutto di portare un po’ d’aria di mare in un Politecnico, quello di Bari, che non ha alcun corso di laurea legato all’ambito marittimo.
Non era ancora avvenuto il sinistro della Costa Concordia, ma insieme al relatore professore Iavagnilio fu deciso di affrontare il tema della evacuability delle grandi navi da crociera, che raggiungono ora capacità di 6000 persone. Tale aspetto è ormai diventato infatti a tutti gli effetti parte fondamentale degli elementi di progettazione di siffatti giganti del mare che possono raggiungere lunghezze di circa 300 m, stazza lorda di 114000 tsl ed avere fino a 13 ponti con 5000 persone a bordo (i dati sono riferiti alla nave Costa
Concordia). L’evacuazione è l’ultima linea di difesa in caso di emergenza ed il suo controllo e gestione su grandi navi è davvero complesso, in quanto implica la gestione di un gran numero di persone su di una piattaforma in movimento di cui i passeggeri hanno
solitamente scarsa conoscenza. Queste caratteristiche rendono l’evacuazione a bordo nave ben differente dall’evacuazione da
aerei ed edifici.